La gestione del ciclo produttivo della vacca da latte richiede attenzione e preparazione, soprattutto in fasi delicate come il periodo di asciutta e il post-parto. In queste fasi, che costituiscono la transizione dalla fine di una lattazione all’inizio della successiva, la gestione e l’alimentazione giocano un ruolo cruciale nel garantire non solo la salute dell’animale, ma anche la qualità e la quantità della produzione di latte.
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Periodo di asciutta: preparazione alla lattazione
Il periodo di asciutta, che può variare dalle sei alle otto settimane prima del parto in funzione della gestione e strategie aziendali, è una fase fisiologica in cui la vacca si concentra sulla crescita del feto, sull’accumulo di riserve corporee ed il recupero delle ghiandole mammarie. Questo momento rappresenta anche un’opportunità unica per prevenire problemi che possono insorgere durante il parto o nelle prime settimane post-parto. In questo lasso di tempo, l’alimentazione deve essere calibrata in modo da fornire sostanze nutritive adeguate al mantenimento dell’animale, evitando sia eccessi calorici, che possono portare a sovrappeso, sia carenze che potrebbero indebolire l’animale.
Un aspetto chiave in questo periodo è il bilancio energetico controllato, attraverso una dieta ad alta fibra e basso contenuto energetico, finalizzata a stimolare la ruminazione e a favorire una rigenerazione del tessuto epatico e del sistema immunitario. Utilizzare mangimi specifici per l’asciutta permette di evitare che la vacca sviluppi una condizione di “steatosi epatica”, caratterizzata da un accumulo eccessivo di grasso nel fegato, condizione che compromette la funzionalità metabolica e riduce l’efficienza della successiva lattazione.
Immediato post-parto: bilanciamento energetico e prevenzione delle patologie puerperali
Dopo il parto, uno degli obiettivi principali per l’allevatore è assicurarsi che la vacca torni fertile il prima possibile. È qui che una corretta alimentazione e un attento monitoraggio delle condizioni fisiche diventano decisivi. Mantenere la vacca in un buono stato di salute, con un apporto nutrizionale adeguato, favorisce un rapido ritorno alla ciclicità. Questo porta a un intervallo tra un parto e l’altro più breve, il che significa più vitelli e maggiore produzione di latte nel lungo termine.
In questa fase, la vacca entra in una fase di altissima richiesta energetica, causata dall’inizio della lattazione, che richiede una quantità significativa di energia e nutrienti. Tuttavia, nel post-parto, l’animale attraversa un periodo di bilancio energetico negativo (NEB, Negative Energy Balance): la capacità di ingestione dell’animale, in questa fase, è ancora ridotta rispetto ai fabbisogni nutrizionali. Questa situazione, se non bilanciata attentamente, porta a mobilizzazione dei grassi corporei, aumentando il rischio di chetosi. Per far fronte al deficit energetico del post-parto, la dieta della vacca deve prevedere mangimi ad alta densità energetica, fondamentali per ridurre il rischio di chetosi, che non solo abbassa la produttività ma aumenta il rischio di malattie.
Conclusioni: nutrizione come pilastro per la salute e la produttività
La gestione dell’alimentazione nel periodo di asciutta e post-parto rappresenta quindi uno dei pilastri della produttività negli allevamenti. Garantire una dieta bilanciata, significa fornire agli animali tutti gli strumenti per affrontare le sfide metaboliche e riproduttive in modo ottimale.
Il risultato di questa strategia nutrizionale si riflette in una maggiore longevità dell’animale, una qualità superiore del latte e una riduzione significativa delle problematiche puerperali. Un investimento nell’alimentazione è dunque un investimento nella salute dell’allevamento e nella sostenibilità dell’intero ciclo produttivo, aspetti che rappresentano un vantaggio economico e gestionale per ogni allevatore.
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